Ruba come un artista
- Fabio Pasquale
- 4 feb 2021
- Tempo di lettura: 3 min
Il nuovo? Esisteva già. E allora perché continuiamo a parlare di innovazione? Sembra un paradosso, ma non lo è. Tutto sembra spingere verso il cambiamento. Il mondo è veloce e tutto cambia in fretta. Troppo. Ostacolare il cambiamento significa morire lentamente. Niente di più vero. Ma non lasciamoci trasportare dalla smania di cambiamento. Perché il cambiamento non porta con se anche il miglioramento. Non necessariamente.
Il miglioramento viene con l’innovazione ed innovare significa guardare al futuro con un occhio al passato. Perché? Perché il nuovo esiste già. E’ un processo di scoperta, non si tratta di inventare. Si tratta di guardare quello che esiste già con occhi diversi e portarlo ad un livello superiore. Chiamatelo anche pensiero laterale.
Etimologia. Innovare deriva da in (in) e novare (fare nuovo), ovvero alterare l’ordine delle cose stabilite per fare cose nuove. Ecco cosa significa davvero: si tratta di dare un ordine nuovo alle cose. Ed è proprio questo che fanno gli artisti. Un artista guarda al mondo per capire cosa vale la pena di rubare. Tutto è lì fuori per essere preso. L’arte sta proprio nel distinguere cosa prendere e cosa invece tralasciare. Nulla è originale. Lo è invece la forma, la presentazione, l’ordine delle cose. Ogni opera creativa viene da ciò che esiste già. L’artista fa proprio questo, dà nuova forma alle cose, non le inventa. Dopotutto, a pensarci bene, ognuno di noi è il collage, il risultato di tutte le influenze subite nel passato: l’ambiente dove è cresciuto, le persone delle quali si è circondato, le esperienze e le circostanze che ha vissuto.
Modellamento. Ecco una dei più potenti modi per avere successo. Modellare le eccellenze, quelle persone che hanno successo, fare le stesse azioni di quelle persone che sono già lì dove vorremmo essere. Questo porta innovazione nella nostre vite? Certo. Se guardiamo più da vicino a questa “teoria”, è quello che fanno tutti i bambini: imitano i propri eroi, vogliono essere come loro e fanno tutto quello che fanno loro. Perché smettiamo di farlo da adulti? Perché non fare lo stesso? Lasciamoci ispirare dalle persone che vorremmo diventare. Non è questo un processo di apprendimento? Eccome. Impariamo a scrivere ricopiando l’alfabeto, impariamo uno strumento musicale suonando il repertorio di altri artisti, si impara a dipingere riproducendo i capolavori di altri. Lo scrittore Wilson Minzer sostiene che copiare da una persona è plagio, copiare da tanti è ricerca. E quello che non si riesce a copiare o duplicare è proprio ciò che vale la pena di essere valorizzato, perché è quello che ci rende unici. Non è innovazione questa? E si può fare in ogni ambito della vita o nel lavoro. Perché non “capovolgere il tavolo”?
Creatività. Dietro ogni innovazione ci sono tentativi di creatività, modi nuovi di fare le cose e poi ancora nuovi tentativi e prove. Assomiglia ad un processo evolutivo senza fine: ricercare il nuovo sulle basi del vecchio. Ed è tutta qui la magia. E’ un processo di scoperta dell’ignoto a partire dal noto, è la confusione l’origine del un nuovo ordine. apri le aliI bravi artisti copiano, i grandi artisti rubano diceva Picasso. In effetti, anche lui da giovane aveva cominciato dipingendo i capolavori di Raffaello. Solo dopo il padre lo indirizzò verso le Belle Arti. Il resto della storia di questo grande artista la conosciamo.
Portare innovazione nelle nostre vite può significare cambiare l’ordine delle cose. Non pensiamo necessariamente in grande, piuttosto agiamo in piccolo: può bastare semplicemente cambiare il lato del marciapiede che ci porta a lavoro tutte le mattine. Magari potrà capitare di incontrare persone diverse. Può significare interessarci alle vite degli altri e fare più domande. E prendere ciò che di buono le persone hanno da raccontarci. Può significare leggere la biografia di un arista o di un “modello” che stimiamo. E lasciarci ispirare da quello che racconta. Forse non è questo il modo migliore per espandere la nostra identità?
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